La cerimonia del tè in Corea o Via del Tè

 

Photo by Marika Bovenzi

Ci ritroviamo cari Kdreamers, in questo giorno di Marzo in cui il freddo non accenna a diminuire, anzi, sembra caricarsi di nuova forza. E cosa c'è di meglio per affrontare l'ostile aria gelida, se non una tazza di tè caldo? Per noi, forse, un semplice intermezzo durante la giornata, ma per i coreani non è solo una bevanda che si consuma per il piacere del suo gusto, ma spesso è un vero e proprio rito da onorare.
Uno stile di vita, anzi, una Via da seguire, storicamente definita "Via del tè", che affonda le sue origini nelle fila degli aristocratici guerrieri di Silla, che forse riconoscerete meglio con il nome di Hwarang, secondo quanto riporta il testo Memorabilia dei tre Regni.

In Corea la cerimonia del tè viene denominata Tado, un nome che ha origini cinesi, essa deriva da tradizioni giapponesi ed è una delle parti centrali della Via del Tè. Via che ha un significato profondo che si ricollega a una funzione spirituale e meditativa ed è profondamente connessa anche con diverse arti marziali, come il Taekwondo, che vedono la meditazione come base per le tecniche di attacco e difesa. In definitiva la via del tè si riassume in una serie di dettami da osservare per vivere al meglio, in armonia con lo spirito e la natura.

Per i coreani e in generi per gli asiatici, il tè assume aspetti curativi, una sorta di rimedio omeopatico. Se sommato ai gesti, ai movimenti, alla concentrazione che derivano dall'osservare il rito della cerimonia, attraverso la quiete e il silenzio che sono necessari al suo svolgimento, permette di raggiungere una tale concentrazione da sollevare lo spirito fino al raggiungimento di una sorta di illuminazione sulla realtà circostante.

Photo by Marika Bovenzi

Il momento della cerimonia prevedi che i presenti siano in pace con sé stessi e con gli altri, per cui, la prima azione a cui seguiranno tutte le altre è quella di salutarsi con molta cortesia. In seguito bisogna preriscaldare le tazze (o coppe) da cui si berrà. L'acqua bollente contenuta in un bricco, viene versata in una ciotola per intiepidirla. Viene poi preparato l'infuso, versando nella teiera il tè in foglie e versando acqua calda che deve avere una temperatura ben precisa: né troppo calda, né troppo fredda. Così anche il tempo di infusione non deve essere né troppo lungo, né troppo breve, perché una modificazione di questi due importanti fattori può cambiare in maniera decisa il sapore del tè e renderlo o troppo debole o troppo forte. La temperatura dell'acqua, inoltre, deve variare a seconda dell'"età" delle foglie di tè. Più sono giovani, meno sarà calda l'acqua, intorno ai 50 gradi, se sono un po' più vecchie sarà di circa 70/80 gradi, fino ad arrivare a quelle stagionate che vogliono un'acqua che si aggira intorno ai 90 gradi. (Per fare un esempio, il tè che compriamo al supermercato, prevede una temperatura di 90 gradi per aver un gusto perfetto).

Photo by Marika Bovenzi

Durante la cerimonia non mancano di essere serviti i dolci tipici come le torte di riso. Di solito vengono offerti dopo la prima tazza a cui seguono, subito dopo, altre due tazzine di tè. Ovviamente questa è una sintesi di un processo molto più lungo che accompagna la persona verso uno stato di pace interiore, la consapevolezza di sé stessi e del mondo. Per questo è auspicabile che chi si approccia al rito abbia uno spirito "pulito e sereno". Di fatto ansie varie sono d'intralcio per la buona riuscita di un rituale che prevede calma e concentrazione. Insomma, per molti, ma non per tutti










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