Tra superstizione e folklore, parte 2: i miti e le leggende metropolitane in Corea del Sud- Articolo speciale a cura di Nabinseoul
Eccoci qui con il secondo appuntamento! Dopo le
superstizioni coreane, vi parlerò dei miti e delle leggende che vengono
raccontate in Corea del Sud e che abbiamo già trovato in alcuni K-drama, tra
cui Tale of the Nine-Tailed, di cui vi ho parlato, Goblin e My Rommate is a
Gumiho.
Parto proprio dalla creatura mitologica che vi avevo
accennato nell’altro articolo: la Gumiho. In Corea questa
creatura prende la forma di una volpe a nove code, la quale prende le sembianze
di una bellissima donna. Secondo la leggenda, la Gumiho è una volpe malvagia e
ingannevole che attira a sé gli uomini con la sua inestimabile bellezza per
mangiargli il cuore o il fegato. La Gumiho è una creatura che può vivere sulla
terra per circa mille anni ed è in grado di cambiare il suo aspetto: può
passare dalla forma animale a quella umana. Questa sua capacità non le toglie
però la sua natura, un po’ come quando noi diciamo “il lupo perde il pelo ma
non il vizio”. La volpe in questo caso cambierebbe forma ma non spirito. Questa
creatura inoltre è provvista di yeowu guseul ovvero la sua perla di
volpe che per i coreani è fonte di conoscenza, di forza e di potere. Su questa
perla, la leggenda dice che la Gumiho potrebbe assorbire l’energia degli esseri
umani se da questi verrebbe accidentalmente ingerita, e il processo ricorda in
qualche modo un bacio profondo e passionale.
La seconda creatura mitologica è Imoogi, anche
questo si troverà in un K-drama, ma ahimè non vi dirò in quali dei tre
nominati. Secondo la leggenda, questo drago d’acqua sarebbe ben visto dai
coreani poiché con il potere del suo elemento frutterebbe l’agricoltura con le
pioggie. Il Dio sole diede agli Imoogi il potere attraverso una ragazza umana,
che si trasformò in Imoogi al suo 17esimo compleanno. Questi draghi vengono
riconosciuti in tutte le religioni asiatiche, ma ognuna di queste racconta
storie diverse e come le storie siano diverse, anche la forma di Imoogi lo è.
Per esempio, quello coreano ha 4 zampe.
I Dokkaebi, invece, sono conosciuti come “i
folletti coreani”, ovvero delle creature leggendarie che usano i loro poteri
per interagire con gli esseri umani. Noi conosciamo queste creature come Goblin,
folletti che appaiono sotto forma di spiriti che, a seconda dei casi, aiutano o
giocano scherzi alle persone. I Goblin sono stati riconosciuti nella mitologia
coreana dall’epoca del Regno Silla, ma ad oggi queste creature vengono viste
con la forma di un troll, che può nascondere di giorno la sua natura e assumere
le sembianze di un oggetto, per poi di notte riprendere le sue vere sembianze.
Per ultimo e non meno importante, troviamo il Jeosung
Saja. Secondo quanto racconta la mitologia, il suo ruolo non è quello
di uccidere o di giudicare un’anima, ma di guidarla nella strada che porta all’aldilà
(chiamata Hwangcheon Road), un po’ come il caro Caronte che nella sua
umile barca guidava le anime all’Inferno. Infatti, come Caronte, si crede che i
Mietitori lavorino per il Re dell’Inferno Yunma. Si dice che questi
appaiano alle persone prima della loro morte e che siano talmente devoti al
loro lavoro da non poterci ragionare e da non riuscire a corromperli. Questi
seguono qualunque essere umano a cui il destino è già stato segnato, inoltre
sognarli non viene visto come un buon presagio. Insomma, se da noi sognare la
morte viene visto come un segno positivo, da loro non è così.
Ora passiamo alle leggende metropolitane paurose,
siete pronti? Vi sconsiglio di recuperare la lettura di questo articolo durante
la sera, specie se siete persone che possono impressionarsi facilmente – non
voglio nessuno sulla coscienza!!
Una delle leggende più comuni che viene raccontata in Corea
è quella della donna dalla bocca tagliata. Si dice che questa
donna si aggiri per le strade con una mascherina chirurgica sul viso in cerca
di bambini. Una volta trovata la sua vittima, questa domanderebbe ad essa “sono
bella?”, se la risposta è negativa, il bambino verrebbe ucciso con un paio di
forbici, ma se al contrario rispondesse positivamente, in quel caso questa
toglierebbe la mascherina per mostrare la sua bocca tagliata da orecchio a
orecchio – un po’ alla Joker, ma al femminile e più pauroso. Anche in quel caso
domanderebbe se è ancora bella oppure no; se la risposta è negativa, la donna
taglierebbe in due il bambino, in caso la risposta fosse positiva taglierebbe
la bocca del bambino proprio come la sua. Brutale in entrambi i casi.
La seconda che ho trovato mi ha fatto davvero accapponare la
pelle. Si racconta che sulla scena di un misterioso incidente stradale un uomo
trovò la foto di una ragazzina che faceva il segno della pace (il
2), trovandola carina la tenne per sé, ma dopo qualche giorno anche l’uomo fu
coinvolto in un incidente stradale. Per caso un ragazzo trovò la foto della
ragazza, solo che questa volta non faceva più il segno della pace, perché le
dita mostravano il numero 3. Per carità non raccogliete le foto in Corea,
lasciate perdere.
Un'altra leggenda metropolitana è quella dei fantasmi
acquatici. Si narra che questi fantasmi siano le anime di coloro che
sono morti annegati e non volendo rimanere da soli nell’acqua fredda, portano
con sé i nuotatori. Ora che ci faccio caso in Corea del Sud è difficile che i
coreani si muovano dalla riva e ora mi spiego il perché; inoltre questa
leggenda esiste proprio perché in Corea vi è un numero elevato di morti per
annegamento. Bene, per una che ha già la fobia del mare/dell’oceano è già una
vittoria.
La prossima leggenda è quella del fantasma di Jayuro.
Jayuro è un’autostrada che collega Goyang a Paju, due città che si trovano a
nord di Seoul. L'autostrada è nota per essere spesso avvolta dalla nebbia che,
secondo alcuni è causa di incidenti stradali, mentre secondo altri gli
incidenti sono dovuti alla presenza di una donna che si vede (man mano che si
cammina con la macchina sulla strada) al bordo della strada. In lontananza,
sembrerebbe che la donna indossi un paio di occhiali da sole, ma in realtà
questa sarebbe sprovvista di occhiali, poiché il nero sugli occhi, sarebbe
dovuto al fatto che questa non abbia proprio gli occhi. Tuttavia un’altra
storia dice che un taxista un giorno, passando per quella strada si fermò per
caricarvi una donna. Le diede l’indirizzo e quando arrivarono a destinazione,
in un posto sperduto, l’uomo si rese conto che era arrivato davanti ad un cimitero,
riportando così l’anima perduta a casa. Ahimè questa leggenda non è come le
altre, perché a quanto pare questa viene confermata da moltissimi coreani. Se
vi posso dare un consiglio spassionato: non attraversate quella strada se mai
doveste andare in Corea.
L'ultima leggenda metropolitana di oggi è quella del fantasma
del bagno. I bagni sono sempre i posti che vengono raffigurati come
inquietanti e in questo caso non gli si può dare torto data la storia, perché
questa dice che nei bagni pubblici coreani, in particolare quelli con la turca
(per chi non lo sapesse sono quei bagni senza vaso dove ti devi accovacciare
per fare i bisogni), ci viva un fantasma che, all’occasione, spunti fuori.
Questo mostrerebbe al malcapitato due rotoli di carta igienica, uno rosso e uno
blu. Come per la donna dalla bocca tagliata, anche qui non c’è via di scampo:
se scegli il rotolo blu il fantasma ti soffocherà, mentre se scegli il rotolo
rosso ti taglierà in due e ti farà morire in una pozza di sangue. Se invece
proverai a scappare, allora il fantasma ti bloccherà ogni via d’uscita e
ti costringerà a scegliere tra i due rotoli.
Sicuramente esistono altre leggende metropolitane che mi
sono sfuggite, ma se mai dovessi trovarle, ve ne parlerò con immenso piacere.
Voi? Ne conoscete qualcuna più paurosa?
ROBERTA 🦋-NABINSEOUL(pagina Instagram- se cliccate sul nome sarete indirizzati direttamente sul profilo)
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