La prima cosa che si chiede ad una persona che si
conosce è: come sei entrato a contatto con la Corea del Sud? Cosa ti ha spinto
ad amarla? Ebbene, oggi mi piacerebbe raccontarvi come ci sono entrata io, un
po’ per caso e un po’ perché sono stata convinta da una mia amica.
Era il 2019 e mi trovavo in classe, era il periodo
in cui tutti parlavano del nuovo K-drama, Love Alarm. Non avevo
mai visto un drama coreano e non ero nemmeno al corrente del fatto che ne
potessero esistere, ma Netflix aveva lanciato la monetina. Mi dissero di
provare almeno con un drama, che in fin dei conti non potevo dire che una cosa
non mi piaceva se prima non la provavo. E avevano ragione, non potevo giudicare
un mondo che non conoscevo nemmeno se prima non provavo ad attraversarlo. E
così feci, mi guardai Love Alarm (con il doppiaggio italiano) e in un certo
senso mi innamorai dei K-drama. Fu il primo e grazie a questo cominciai a
spulciare su Netflix e a farmi consigliare altri K-drama da guardare. Erano
tutti senza il doppiaggio, avrei dovuto affrontare quella pigrizia che mi
impediva di guardarne altri, perché diciamoci la verità: molti non continuano a
guardare K-drama proprio perché le piattaforme su cui vengono trasmessi non
forniscono il doppiaggio in italiano. E va bene anche così, perché so che può
essere faticoso e dare fastidi non indifferenti alla vista a una persona non
abituata ad alternare lo sguardo dai sottotitoli alle scene – credetemi, ero la
prima a non avere alcuna intenzione di entrare nel girone dei sottotitoli,
perciò non giudico chi rinuncia ai K-drama per questo motivo.
Tuttavia un giorno trovai un drama interessante, le
puntate erano lunghe (rispetto a quelle a cui ero abituata) e non c’era il
doppiaggio italiano. Volevo aspettare, mi dissi che forse l’avrebbero doppiato
e che l’avrei visto prima o poi, ma quando vidi la data di pubblicazione su
Netflix capì che forse non l’avrebbero mai doppiato. Allora cominciai a
guardarlo. Feci molta fatica all’inizio, non ero abituata ai sottotitoli e a
volte mi toccava ripetere una scena anche due volte per leggere quello che
stavano dicendo e per guardare le espressioni degli attori. La cosa bella fu
che non mi fermai e la finì. Il primo drama coreano visto con i sottotitoli e
che amai alla follia fu proprio Abyss (che potete trovare su
Netflix). Per chi conosce Strong Woman Do Bong-soon, conoscerà
anche l’attrice Park Bo-young, piccola, ma con una capacità recitativa
da farti venire la pelle d’oca. Insieme a lei nel drama ci sono tanti altri
attori che molti conosciamo, come Ahn Hyo-seop che ritroviamo in Dr.
Romantic 2 e Han So Hee che ritroviamo in Nevertheless.
La suspense del drama mischiato al mistero, alla
fantascienza e ad un pizzico di ironia, mi hanno trascinata a tal punto che
arrivai a chiedermi “ma perché non ci sono finita prima?”. È uno di quei
drama che sembrano scontati, che capisci fin da subito che ci sarà amore e che
ti farà disperare, ma non lo molli proprio perché vuoi sapere come finisce. E
credetemi che il finale per me è stato straziante come pochi, da vero K-drama
per eccellenza. È grazie a questo e probabilmente alla mia curiosità che non si
fa mai gli affari suoi (per fortuna) che sono entrata nel giro dei
sottotitoli – che poi io sia entrata anche nel mondo del K-pop è un’altra
storia. E se vogliamo proprio essere sinceri: perché mai dovremo privarci
delle capacità recitative dei coreani o del coreano? Trovo che entrambi
siano eccellenti, che il coreano sia melodico e che tutti dovrebbero ascoltarlo
almeno una volta nella vita. Pertanto a chi è un po’ pigro come lo ero io, mi
sento di dire che non c’è alcuna vergogna se rinunciate a guardare K-drama
perché non siete abituati, sono scelte ed è giusto rispettarle. Ma mi sento
anche di dirvi che provare, almeno una volta, potrebbe farvi innamorare a tal
punto da non poterne più fare a meno.
E voi? Come siete entrati nel mondo
della Corea del Sud?
ROBERTA 🦋-NABINSEOUL(pagina Instagram- se cliccate sul nome sarete indirizzati direttamente sul profilo)
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