Recensione: "Mine"

 

Titolo: MINE
Anno: 2021
Genere: mystery, woman power, thriller.
Canale: tvN
Cast: Lee Bo-young, Kim Seo-hyung, Cha Hak-yeon, Park Hyuk-kwon
Episodi: 16

Il drama segue le vicende di una famiglia molto ricca che detiene le redini del Hyowon Group. Tutti vivono in un parco diviso in due complessi residenziali: Han Jin-ho primogenito e sua moglie Jung Seo-hyun vivono nel palazzo chiamato Cadenza, insieme al padre e alla madre; mentre Han Ji-yong secondogenito e l’ex attrice Seo Hi-soo, sua moglie, risiedono nell’edificio chiamato Robato. Le vite di tutti sembrano apparentemente rigide e guidate da etichetta, regole ferree e valori da rispettare, ma nella realtà ognuno nasconde una parte segreta. Jin-ho è un famoso donnaiolo con un’ossessione marcata per i gratta e vinci, mentre Ji-yong si mostra un uomo gentile, disponibile e brillante. Tutti propendono per quest’ultimo, vedendolo quasi come un modello da seguire, nonché un possibile erede del conglomerato. Ma non lasciatevi ingannare perché le vere protagoniste sono le donne della famiglia, donne che non si nascondono dietro alla ricchezza degli Han, né si presentano come le classiche arrampicatrici sociali. Al contrario, Seo-hyun è una famosissima direttrice di museo con un savoir faire imponente, mentre Hi-soo nonostante sia sposata con un uomo ricco, non manca di dedicarsi alle persone bisognose, alle madri singole, e a sostenere la creatività dei ragazzi disabili insieme alla cognata. Tutto cambia però nel momento in cui il capostipite della famiglia, il famoso chairman Han Suk-chul ha un malore e viene trasferito in ospedale dove rimane per diverse settimane. La famiglia cade nel caos più totale e cominciano ad emergere le vere personalità di tutti: chi veniva emarginato come sperperatore dimostra un animo umano; chi veniva indicato come esempio si rivela gretto e marcio; chi aveva un carattere ambiguo si scopre solo essere un osservatore attento. In tutta questa confusione e giochi di potere, Seo-hyun e Hi-soo fianco a fianco scopriranno le carte meschine di ogni membro, dimostrando che i veri eredi non sono gli uomini, ma le donne della famiglia Han. Personalmente, ho amato questo drama alla follia: da un lato per la trama intricata, dall’altro per il forte “woman power” incarnato da due donne che caratterialmente si presentano come gli opposti: l’apparente fredda e diffidente Seo-hyun, che fa tremare chiunque si trovi sul suo cammino, anche se nella realtà dei fatti ha un animo talmente sensibile ed empatico che non può che proteggerlo con la sua corazza da donna imbattibile e cinica; e Hi-soo, un animo inizialmente gentile e sempre disponibile che sembra a tratti fragile, dimostrerà un carattere forte, determinato e spietato. Inoltre, non posso non sottolineare le tematiche che vengono trattate nel drama: l’accettazione del diverso; l’amare senza vergogna qualcuno dello stesso sesso senza essere giudicati o additati; l’essere madre in un mondo pieno di pericoli; la perdita di un figlio; i complessi di inferiorità che possono segnare un individuo; la potenza delle donne che si rivelano guide migliori per grandi conglomerati.

In conclusione è un drama che non segue i classici cliché tipici degli sceneggiati con ricche famiglie, al contrario gli sceneggiatori sono stati autentici maestri nello scrivere un copione ricco di colpi di scena e tematiche tabù.

Fonte immagine: google. 
 

Voto: 10.






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